Robotica, una tecnologia emergente ed esponenziale

A man moves his finger toward SVH (Servo Electric 5 Finger Gripping Hand) automated hand made by Schunk during the 2014 IEEE-RAS International Conference on Humanoid Robots in Madrid on November 19, 2014. The conference theme “Humans and Robots Face-to-Face” confirms the growing interest in the field of human-humanoid interaction and cooperation, especially during daily life activities in real environments. AFP PHOTO/ GERARD JULIEN (Photo credit should read GERARD JULIEN/AFP/Getty Images)

Materia e disciplina recente, la robotica può comunque già vantare una storia di discreta entità, anche essendo una tecnologia emergenti ha lo sguardo decisamente rivolto al futuro e piedi ben piantati nel presente. Le tecnologie emergenti, anche dette tecnologie esponenziali, si caratterizzano per crescere a una rapidità maggiore rispetto alle altre. Sono tecnologie che negli ultimi anni hanno avuto un impatto forte nelle nostre vite e sulla società. E la robotica queste caratteristiche le ha, così come la ha la stampa online. Pensiamo che oggi rimanendo seduti comodamente a casa propria e utilizzando uno smartphone è possibile stampare pieghevoli, dépliant e brochure e farseli recapitare direttamente a casa. Anche questa tecnologia sta avendo un impatto sulla vita di tutti i giorni e sulla società, ma anche sull’ambiente riducendo le emissioni di gas inquinanti che avremmo prodotto utilizzando un’auto per spostarci e andare in tipografia a stampare.

Ma facciamo qualche passo indietro e andiamo a scoprire la storia della robotica, una materia recente ma non per questo priva di una sua storia. Il 1954 può essere considerata una nostra data di riferimento, perché è proprio in quell’anno che l’inventore George Devol brevetta il “Programmed Article Transfer”, a tutti gli effetti considerato come il primo robot industriale.

Lo stesso progetto è stato poi ripreso da Joseph Engelberger, un ingegnere che si unì a Devol, inventore del prototipo nel 1954, per dare vita a Unimate #001.
Il debutto di questo robot in catena di montaggio risale al 1959. Fa la sua comparsa nella catena di montaggio e assemblaggio della General Motors e permette l’automazione del processo produttivo.

Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo vediamo che il concetto di macchina come opportunità per ridurre gli sforzi dell’uomo e aumentare efficienza e produttività non è così lontano. Anzi. Gli stessi antichi greci consideravano l’uso delle macchine in tal senso e pensavano che Efesto, il dio del fuoco pronto a forgiare ferro e metalli, si facesse aiutare nella sua attività da automi meccanici. Leonardo da Vinci, inventore e precursore in molti campi, sviluppò un automa meccanico e lo dimostra il disegno dell’armatura di un cavaliere con all’interno complessi meccanismi di trazione utili a facilitare i movimenti dell’essere umano che avrebbe indossato quell’armatura.

Robot e campi di applicazione

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Ma in quali campi è applicata la robotica e quali sono le sue prospettive future. Facciamo un passo indietro per una considerazione che potrebbe sembrare banale, ma non lo è. I robot sono entrati nelle nostre vite da molti anni solo che, cartoni animati a parte, per noi il robot era un braccio meccanico capace di aiutare la produzione nelle industrie sostituendosi anche al lavoro umano. Un tempo si diceva che i robot dovevano essere usati solo in quelle operazioni rischiose per l’uomo, ma oggi abbiamo visto che sono utilizzati in moltissime operazioni, anche quelle non pericolose per l’essere umano. Il raggio d’azione e di applicazione dei robot si è ampliato in maniera esponenziale – e non a caso la robotica è una scienza definita esponenziale -e sono sempre più presenti in diverse attività umane oltre che industriali. Da più parti si sente ormai dire che la prossima generazione dei robot dovrà guardare, sentire e agire in modo più umano, così da facilitare il legame emotivo fra uomo e macchina. Un processo che, a pensarci bene, è già iniziato e che sta muovendo anche parecchie opinioni sociologiche e filosofiche attorno all’opportunità di trasformare la robotica in tal senso.

I film d fantascienza ambientati nel futuro avevano e hanno già considerato questo aspetto dell’umanizzazione dei robot, ma ormai non si tratta più di fantasia perché la realtà sta diventando quella di robot con occhi artificiali che si muovono e battono le palpebre, movimenti del torace a simulare la respirazione, un aspetto sempre più umano con tanto di capelli, pelle a cui si uniscono centinaia, migliaia di sensori in grado di far interagire il robot come fosse quasi umano.

Ma non dobbiamo dimenticare un campo molto importante in cui l’impiego dei robot può salvare vite. Stiamo parlando della robotica biomedica. Si tratta di un campo di applicazione molto vasto che comprende robot in grado di assistere il medico chirurgo nel corso delle operazioni, ma che comprende anche applicazioni come la radioterapia robotica, i robot telecontrollati con tecnologie note come telepresenza che consentono al chirurgo di operare a distanza, senza dimenticare tutto il campo delle apparecchiature utilizzate per le analisi di laboratorio e biologiche utilizzate nei laboratori.